Podcast #1: Allenamento Funzionale

Intervista a Guido Bruscia, direttore tecnico della Functional Training School, la prima scuola di allenamento funzionale in Italia. 

 In questo episodio di Allenamento Funzionale, il podcast per i professionisti della palestra, vediamo insieme:

– I passi per specializzarsi nell’allenamento funzionale.

– La differenza tra un corso dal vivo e un corso online.

– Lavoro con i bilancieri per migliorarsi come personal trainer.

– Imparare ad allenarsi con le bag ( Fitness Power Sandbag)

Francesco Perticari: Ciao a tutti. Siamo qui con Guido Bruscia che non ha bisogno di presentazioni, perché nell’ambiente del functional training, nell’ambiente sportivo e fitness è conosciuto… però io gli chiederei di fare una sua brevissima presentazione di chi è e che cosa fa nella vita.

Guido Bruscia: Ciao Francesco, come stai? Io sono un appassionato del movimento. Nasco nel ‘98 come docente della Federazione Italiana Fitness e poi da lì ho seguito una mia strada, un mio percorso, che mi ha portato sempre di più alla ricerca delle radici, dell’ABC del movimento.

Nel 2010 ho fondato ufficialmente la mia scuola, la Functional Training School, che si occupa nello specifico di allenamento funzionale e di tutte le strategie di movimento che interagiscono con il nostro sistema nervoso centrale. Quindi siamo partiti con il funzionale, siamo poi passati anche al miofasciale, al neurale, alla neurologia applicata al movimento e cose del genere.

 In realtà mi definisco un “movement coach”, che per mia definizione è colui che cerca di portare il movimento, e quindi la salute tramite il movimento, alle persone.

FP: Secondo me hai già anticipato molte delle domande che ti farò, perché hai sintetizzato molto bene tutto quello che hai fatto. Poi la tua fama ti precede, nel senso che dal punto di vista del funzionale sei uno dei punti di riferimento da sempre, da quando è arrivato il funzionale in Italia. E la prima domanda che ti faccio è questa: cosa ti ha spinto a concentrarti per primo, fra i primi e fin da subito sull’allenamento funzionale?

GB: In realtà è stato uno scontro Francesco. Vale a dire che nel 2004 ero in America a partecipare a delle convention e per la prima volta ho visto altri attrezzi per allenamento funzionale rispetto ai classici attrezzi di bodybuilding e classici bilancieri, manubri, alle classiche macchine.

Attrezzi come Kettlebell, Power bag. Tutte queste cose mi hanno affascinato molto e quindi mi sono accorto che c’era non uno, ma diversi universi di cui ci eravamo completamente dimenticati nelle palestre. Era il 2004 ed è stato nel 2004 che io per la prima volta ho parlato di allenamento funzionale in una convention per personal trainer.

Podcast #1: Allenamento Funzionale

FP: Quindi tempo fa. Erano gli anni in cui stavano arrivando i primi cenni di allenamento funzionale in Italia.

GB: Sì, anche se diciamo che in Italia ha iniziato ad arrivare in maniera più plateale, più riconosciuta, dal 2008 in poi. Dal 2001 al 2004 non ne parlava ancora nessuno e devo dire che questo da parte di molti ha generato per queste mie prime uscite molto stupore, molto scetticismo. Però devo dire che ad oggi sono soddisfatto del percorso che ho fatto e che sto continuando a fare.

FP: Certo, perché in ogni caso hai anticipato o intuito un trend che ha avuto una crescita esponenziale. Un po’ come ha fatto Xenios, che nel 2009-2010 si è concentrata quasi esclusivamente sul discorso funzionale, sul discorso della alta performance, intuendo che si stava passando da un concetto di allenamento del corpo a un concetto di allenamento del movimento.

Magari il nostro il nostro Magazine è un posto visto sia da persone “normali”, sia da trainer.

Direi di fare una brevissima sintesi, perché sono molto curioso di sapere quali sono i principi sui quali si basa questo tipo di allenamento.

GB: Fondamentalmente quella che mi hai fatto è una domanda molto più complessa di quanto apparentemente possa sembrare. Non è una domanda semplice: come io dico spesso, semplice non vuol dire banale, ma vuol dire una via molto diretta per arrivare al nocciolo della questione.

Dovendo riassumere in poche parole potremmo dire che l’allenamento funzionale è l’allenamento che segue le nostre linee evolutive. Vale a dire che dobbiamo ragionare in termini di catene cinematiche, in termini di centralina che comanda tutto, perché se non c’è l’interazione con la centralina, tutto il corpo di conseguenza non funziona e quindi lavoriamo seguendo questo tipo di approccio.

In parole povere: catena estensoria dell’anca. Siamo fatti per correre, saltare, stabilizzare, decelerare. Quindi vedi, la funzione di ogni catena cinematica del corpo ha e ci dà una risposta ben precisa e quindi un’impostazione ben precisa.

Da questo punto di vista aggiungo questo piccolo fattore: io non sono completamente d’accordo con chi sostiene che nell’allenamento funzionale riproduciamo i gesti di tutti i giorni, ma ti spiego.

E qui sto aprendo un mondo, però in maniera molto sintetica questa è una cosa che ho scritto anche nel mio ultimo libro, in risposta ad un libro molto bello di un altro dei grandi del settore, che è il professor Andorlini (Allenare il movimento: dall’allenamento funzionale all’allenamento del movimento, Calzetti&Mariucci Editore, 2013).

Perché c’è un piccolo fatto: la sedentarietà non è un fattore previsto dalla nostra genetica. Quindi in realtà la sedentarietà influenza alla grande, purtroppo, la stragrande maggioranza della nostra vita di relazione. Le poltrone, la posizione seduta, lo stare in piedi solo due ore al giorno statisticamente (perché questo ci dicono le statistiche) non era un qualcosa che le nostre linee evolutive avevano previsto e quindi questo vi fa capire perché molte persone, soprattutto molti giovani, in questo periodo e per gli ultimi accadimenti degli ultimi due anni, sono a livello di motricità letteralmente deficitari. È un qualcosa da ricostruire, proprio perché c’è un eccesso di fattori che ci portano alla sedentarietà.

Podcast #1: Allenamento Funzionale

FP: Come dire, è una banalizzazione dire che l’allenamento funzionale ci riporta ai gesti di tutti i giorni visto che adesso i gesti di tutti i giorni sono il “divaning”. Non è che noi possiamo allenare la gente a stare sul divano o a spingere i tasti di un telecomando.

GB: Chiaro, il concetto è questo e questo è anche il motivo, se ci fai caso, per cui in questi due ultimi anni vedi che tantissima gente è ingrassata, perché chiaramente dovendo stare anche forzatamente chiusi la vita di relazione è stata ulteriormente ridotta, quindi a questo punto il dispendio calorico è andato completamente a sballarsi rispetto all’introito calorico che avevamo con un’alimentazione che poteva anche essere normale con una vita di relazione ad hoc.  Ma una vita di relazione “compressa” ci ha portato ad accumulo di grasso, che quindi è una delle problematiche: accumulo di grasso e scarsa motricità sono le due problematiche più frequenti che io mi ritrovo a dover affrontare nelle persone

FP: E che purtroppo in questo periodo qui si ritrovano anche nei giovani ragazzi.

GB: Abbiamo assolutamente un incremento del sovrappeso e dell’obesità infantile enorme, statisticamente esponenziale.

FP: Sì, ma credo che ancora più pericoloso dell’obesità sia il fatto dell’analfabetismo motorio. Io ho visto bambini, ragazzi che non sanno andare in bicicletta, che si trovano in difficoltà in una piccola discesa sconnessa. Quindi secondo me il tuo lavoro e il tuo messaggio sono ad alto valore sociale. Io intanto ti ringrazio per la sintesi, concordiamo molto sui principi.

Difficile sintetizzare in maniera così rapida dei concetti che andrebbero sviscerati in una maniera molto più profonda.  Vorrei spostare l’attenzione invece un po’ sul tuo percorso. Siccome nelle storie c’è sempre un bosco buio, una terra desolata da attraversare, volevo sapere nell’ambito della fondazione e della costruzione della Functional Training School, qual è stato il tuo bosco buio, quali sono state le difficoltà che hai dovuto superare.

GB: Allora, fondamentalmente due e di una devo fare un profondo mea culpa. Parto da quella più tranquilla.

Il primo è stato lo scetticismo. Quando io ho iniziato a portare in Italia i kettlebell, le bag, le palle mediche (che in realtà hanno una storia millenaria) e cose del genere, la gente mi guardava con molto scetticismo. Probabilmente qualcuno si girava e rideva sotto i baffi. Ho avuto molti miei colleghi che dopo anni sono venuti a trovarmi, magari in occasione di Rimini Wellness o qualche manifestazione, dicendomi “Guarda, complimenti perché sei andato avanti in un periodo dove tutti erano scettici oppure ti ridevano dietro.”

Il secondo invece riguarda un mea culpa, cioè verso me stesso. Vale a dire che un conto è essere docente di una scuola, un conto è essere il titolare di una scuola. C’è un discorso organizzativo da fare che va molto al di sopra di quello che è un semplice applicare o tenere dei corsi, quindi lì ho dovuto fare un grosso lavoro su di me e continuo a farlo. I miei docenti lo sanno bene, perché diciamo che i problemi tendevo a lasciarli un attimo da parte e andavo avanti sulla mia strada… poi a un certo punto però i nodi arrivavano al pettine e quindi, organizzativamente, a un certo punto io ero l’ancora della scuola. Cioè, io ero quello che la appesantiva, quindi ho dovuto prendere e iniziare a delegare, a fare un discorso proprio di tipo imprenditoriale in modo da organizzare il tutto.

Per il resto non ho avuto ostacoli, perché quando ho iniziato il percorso funzionale ho avuto subito l’intuizione che era il percorso giusto: i primi risultati li ho visti su di me, su una persona già avanti negli anni, dove si dice da assiomi di fisiologia che la tua mobilità oltre un tot di anni non la migliorerai mai. Io l’ho migliorata, il mio fisico migliore l’ho avuto dopo gli –anta, non prima, quando avevo molte più energie e tempo da dedicare all’allenamento. Quindi da quel punto di vista sono molto soddisfatto.

FP: Bene. Grazie per la risposta e sì, concordo. Concordo con te che e anche noi lo incontriamo quotidianamente con tutti gli appassionati che gestiscono centri di allenamento, palestre, etc… e che decidono di aprire e si sono innamorati dell’insegnamento, del coaching, del training alle persone ma poi si scontrano, soprattutto in Italia, con il dover diventare imprenditori. È per questo che noi in Xenios e non solo aiutiamo le persone anche a fare questo piccolo passo. Se decidi di fare l’imprenditore e non ti vuoi sporcare le mani nell’impresa, può essere un problema.

Ed è qui che scontrano tutti grandi appassionati, grandi amatori dell’allenamento per cui vogliono fare quello, ma poi devono anche fare altro per poter crescere.

GB: Esatto, fondamentale.

Podcast #1: Allenamento Funzionale

FP: Ora ti chiedo, per dare una mano anche a chi ascolterà questo podcast, quali sono i passi che secondo te deve fare un trainer che voglia specializzarsi in functional training.

GB: Allora, chiaramente io sono un po’ di parte. Io sono il titolare della Functional Training School però voglio aggiungere delle cose. Innanzitutto sicuramente quello che dico a tutti quelli che vogliono diventare trainer di funzionale è di abbandonare un pochettino la scuola del web, nel senso che purtroppo sul web trovi tanta fuffa e poca qualità, pochi contenuti. Siamo nell’era dell’immagine, non lo dimentichiamo, quindi magari vedi un ragazzotto con un fisico stratosferico, bello tonico, che solo per questo come immagine tira, ma non ha una preparazione alla base, non ha mai fatto corsi di funzionale, ha guardato delle cose dal web e ha iniziato a utilizzarle. Ho scritto un articolo poco tempo fa su Linkedin chiamato “Rispetto per gli Attrezzi”.

Quando tu vai a utilizzare un attrezzo come un kettlebell (ma dico kettlebell come potrei dire bilanciere o qualsiasi cosa) devi entrarci dentro. Non puoi pensare di guardare un video e conoscere le cose. Se non lo applichi su di te non sai niente, non conosci niente di quell’attrezzo. 

Quindi il mio consiglio non è frequentare i corsi della nostra scuola, ci mancherebbe, è di frequentare però dei corsi, cioè di aggiornarsi. E lo dico anche se non è un qualcosa che nella mia scuola propongo, una delle cose che va riconosciute al Cross Training, per esempio, è il fatto di avere tirato fuori dagli scantinati la pesistica, quindi il lavoro con i bilancieri. Questo è un qualcosa che va riconosciuto, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, quindi per esempio uno dei miei consigli per completarsi come istruttori anche di funzionale è proprio frequentare anche dei corsi di pesistica, di weightlifting.

Perché? Perché arricchiscono quello che è il tuo bagaglio di tecnico. Da questo punto di vista mi riconosco un solo pregio, forse due. Il primo è di aver seguito la strada delle mie passioni nonostante molte persone all’inizio fossero scettiche. Il secondo è quello di non essere vincolato necessariamente a pensieri strani, mentali, per cui o lo fai con la mia scuola oppure io non sono tuo amico, non sei tra i miei amici di Facebook e cose del genere.

FP: Qualche scuola invece è molto più settaria e integralista.

GB: Purtroppo sì, purtroppo sì. Io sono assolutamente libero. I miei lo sanno, io dico: “ragazzi, andate anche altrove”. Continuate anche altrove, ma non vi fermate, non vi fermate perché del movimento non sappiamo ancora niente. Quando parliamo di collegamento neurale, quindi di questa centralina, vi ricordo che i neuroni specchio sono stati scoperti nel ’92, cioè in un’epoca relativamente recente. Una équipe, quella del professor Rizzolatti dell’Università di Parma, va a scoprire che nel momento in cui uno della sua équipe davanti a delle scimmie alza un braccio, nel cervello di quella scimmia si attivano le aree che la porterebbero a innalzare il braccio semplicemente osservando quella persona.

Ed ecco il mirror neuron. Pensate che miracolo è il movimento. Posso pensare di avere tutta io la verità, per quanto ritenga la mia scuola di funzionale qualitativamente la numero uno? No. Quindi l’importante è aggiornarsi sempre.

FP: C’è un altro rischio nel funzionale, il funzionale ha riportato il movimento alla semplicità. E allora alcuni esercizi di funzionale ricordano quelli che noi facevamo a corpo libero trent’anni fa all’ISEF. E il punto è che, anche se sembrano gli stessi esercizi, sono fatti con una concezione, con una postura e una tecnologia che sono completamente diverse da 30 anni fa. Quindi il grande inganno è questo. Come dire, sembra semplice ma non è così semplice, se non studi a fondo le basi del funzionale.

GB: Semplice non è banale. Dal funzionale al disfunzionale il passo è molto breve. Consentimi questo esempio: in uno dei miei libri ho scritto come il salto è un gesto che dentro di sé ha tutto. Detto questo, quando io guardo sul web lezioni di funzionale vedo tutti che saltano come dei canguri. Allora, il salto implica una preparazione perché a livello di stress articolare, tendineo, è uno stress abbastanza importante. Quindi, se le persone non le prepari prima, prima o poi è come mettere un timer, prima o poi si fanno male. Vedere persone che tre volte alla settimana saltano come dei canguri, principianti, è un qualcosa di molto rischioso.

Quindi è vero che abbiamo preso esercizi di 20/30 anni fa, ma abbiamo anche lasciato da parte i problemi che c’erano 20/30 anni fa. Quando io facevo atletica leggera, 18 kg fa, cioè pesavo 18 kg in meno, e facevo salto in lungo e salto triplo in classifica regionale e nazionale, mi mettevano in piedi col bilanciere da 20 chili olimpionico e mi facevano fare il twist. O da in piedi o, peggio, da seduto. I twist a ripetizione.

Probabilmente la mia ernia discale di cui mi sono dovuto operare nel 2006 è nata allora, quindi dal funzionale al disfunzionale il passo è breve.

Per questo è importante avere un metodo e quindi formarsi.

FP: Bene, siamo in linea anche su questo. Invece ora ti chiedo qualche novità, se la puoi dare: tu hai scritto molti libri, alcuni dei quali sono stati tradotti anche in diverse lingue e sono stati esportati nel mondo, sull’allenamento funzionale.  So, perché c’è una collaborazione fra Xenios e la Functional Training School, che è in uscita un tuo ultimo libro. Ci puoi dire qualcosa di questo?

GB: Ti dico qualcosa e poi ti dico un’altra sorpresa per cui ci rivedremo a breve. Ho scritto un libro sulle Bag (in Xenios le chiamiamo Fitness Power Sandbag, n.d.r.) perché ho avuto la fortuna di conoscere e lavorare più volte in America con quello che ritengo il numero uno con questo attrezzo, che è Josh Henkin.

Lui mi ha fatto scoprire tantissimi aspetti del lavoro con la Bag.

Quindi da lì ho pensato di scrivere una collana di libri mono-tematici, in ognuno andremo ad affrontare un attrezzo per volta. La cosa interessante sul libro della Bag è che sono un’ottantina di esercizi, ma abbiamo voluto fare un passo verso le persone, verso una maggiore e migliore comprensione dei concetti legati all’attrezzo. Quindi oltre alle classiche fotografie, belle, chiare e la spiegazione da dove si parte e dove si arriva, ci sarà in ogni esercizio un QR Code, in modo che la persona va a inquadrare il QR code e automaticamente verrà fuori il video del sottoscritto che esegue quell’esercizio.

È il primo libro del nostro settore dove abbiamo finestra con le fotografie e il QR Code per far vedere il gesto come va eseguito dal vivo.

La piccola sorpresa è che ce n’è un altro che sto preparando che sarà il prossimo sul funzionale, Functional Specialist, secondo me verrà veramente bello. Ci sto mettendo tante conoscenze della scuola di neurologia applicata al movimento che sto seguendo da qualche anno anche altre particolarità. Molta lotta contro i luoghi comuni, come gli errati allenamenti sulla propriocezione, l’importanza dei sistemi neurologici per allenare gli atleti, in primis il sistema visivo. Ci sono delle cose molto interessanti sia per tecnici sia per principianti, perché ci sono delle connessioni dirette anche con elementi e campi come la postura, la mobilità e altri fattori di questo tipo. Quindi ci rivedremo a breve per la prossima sequenza su attrezzi e foto.

FP: Tutti lo aspettiamo.

Direi che tutto quello che interessava far conoscere ai nostri lettori e ai nostri ascoltatori te l’ho chiesto, anche nei limiti del tempo che abbiamo. Sarebbe bello approfondire molto di più, ma non è detto che non lo possiamo fare in altre puntate.

Ti lascio la domanda aperta su qualcosa che tu vuoi aggiungere sulle attività della Functional Training School o sulle cose che stai facendo in questo momento, che ti interessa in qualche far conoscere alle persone.

Podcast #1: Allenamento Funzionale

GB: Fondamentalmente questo: siamo forse allo sbocco di un tunnel di due anni per tutto il settore, quindi abbiamo deciso di organizzare come scuola ogni fine di agosto a Cesena (per chi fosse interessato, già il prossimo weekend, quello del 28-29 agosto) una convention che in realtà sarà una formazione/aggiornamento, quindi una vacanza/studio di due giorni dove invitiamo istruttori, tecnici, appassionati a parlare, ad ascoltare e frequentare lezioni di funzionale, miofasciale, neurale, pilates e tutte le ultime novità, per poter ripartire per una nuova stagione un poco più avanti, visto che il settore è stato fortemente penalizzato. Poi da lì ripartiremo con le nostre formazioni in tutta Italia, dal funzionale, al miofasciale, al marketing, alla mobilità, lavori di mobilizzazione a terra ecc. Diciamo che siamo una scuola in cerca di evoluzione e in questo mi trovo molto bene con la vostra filosofia. Cerchiamo di aiutare l’evoluzione di chi si sta addentrando in questo campo o di chi già c’è dentro da un po’.

FP: Poi so che a Cesena, oltre ai tuoi bravissimi trainer, ci saranno anche degli ospiti illustri.

GB: Ragazzi, tanta roba. Avremo il grande Gian Mario Migliaccio, che è un ricercatore-preparatore, avremo Enrico Ceron, che collabora con diverse università italiane e straniere su tutto quello che riguarda postura, balance e lavori con piccoli attrezzi. Avremo un qualcosa a cui tengo molto, Edgard Serra, che è un presenter brasiliano che porterà il lavoro e il metodo di lavoro sul kids training, quindi sui bambini, sui ragazzini e sui ragazzi, perché vi ricordo che visti due anni di chiusura, diciamo che la fascia di età dei bambini e degli anziani sono state le due in assoluto più penalizzate.

Se una volta era opportuno consigliare l’attività fisica a un bambino, oggi è un’esigenza.

FP: È indispensabile. Ci ricolleghiamo al discorso che facevamo prima. Grazie Guido, è stato davvero molto interessante incontrarci di nuovo, era un po’ che non ci parlavamo a quattr’occhi. Ci vediamo a Cesena e ci vediamo nelle prossime puntate. In bocca al lupo per tutto.

GB: Grazie Francesco, un saluto funzionale a tutti quanti.

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